Omicidio Giulia Tramontano, “nessun disturbo, solo narcisismo”

di Redazione


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Durante il processo a Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano, la perizia psichiatrica eseguita dallo psichiatra forense Pietro Ciliberti e dal medico legale Gabriele Rocca ha escluso qualsiasi disturbo psichiatrico grave. Impagnatiello, pur avendo tratti narcisistici e psicopatici, era capace di intendere e volere al momento del delitto. La corte ha approfondito la sua personalità, caratterizzata da controllo, manipolazione e bugie, senza evidenziare patologie mentali.

La dinamica del delitto: rabbia fredda e controllo

Gli esperti hanno sottolineato che l’omicidio si è consumato in un momento di “rabbia fredda”, definita come un atto legato al controllo e alla sconfitta personale. Secondo Ciliberti, l’episodio scatenante è stata la scoperta reciproca delle due donne coinvolte nella vita di Impagnatiello. Non si trattava di una rabbia istintiva, ma di un’emozione gestita freddamente, riflesso della personalità calcolatrice dell’imputato.

La freddezza emotiva di Impagnatiello: “Come buttare una caramella”

La testimonianza chiave fornita da Ciliberti riguarda le dichiarazioni fatte da Impagnatiello dopo l’omicidio. L’imputato ha raccontato di aver tentato di “cancellare tutto”, paragonando l’atto di far sparire una persona a “buttare una caramella”. Secondo i periti, queste affermazioni riflettono una scarsa risonanza emotiva e un modo freddo di affrontare le situazioni, senza provare rimorso.

Sentenza attesa entro novembre: il rischio di ergastolo

La Corte d’Assise di Milano ha fissato le ultime udienze del processo per l’11 novembre, con una possibile sentenza già in quella data o, al più tardi, il 25 novembre, giorno della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Impagnatiello, accusato di omicidio volontario pluriaggravato, occultamento di cadavere e procurato aborto, rischia l’ergastolo.

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