Filippo Turetta, imputato per l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha ammesso oggi in aula a Venezia la premeditazione del delitto, avvenuto l’11 novembre 2023.
Questa mattina, scortato dalla polizia penitenziaria, Turetta si è presentato per la prima volta fuori dal carcere di Verona dove è detenuto da quasi un anno. Nell’aula, tra le parti civili, era presente anche Gino Cecchettin, padre della vittima. Turetta ha risposto alle domande del pm Andrea Petroni, raccontando di aver iniziato a pianificare il gesto giorni prima e di aver stilato una “lista delle cose da fare” per rendere difficile la propria identificazione durante la fuga.
Nel suo interrogatorio, Turetta ha dichiarato: “Ho pensato di rapirla, e anche di toglierle la vita, ero confuso, volevo stare ancora assieme a lei”. Ha raccontato di aver scritto le sue riflessioni in una memoria personale, redatta in più sessioni tra febbraio e l’estate 2024, per mettere ordine nei suoi pensieri. Il pm ha chiesto all’imputato di confermare quando avrebbe iniziato a scrivere appunti sui suoi piani: “Il 7 novembre 2023 ho cominciato a pensare, avevo tanti pensieri sbagliati”. Turetta ha anche ammesso di aver mentito nel primo interrogatorio, negando inizialmente i dettagli che oggi ha confermato.
In parallelo all’udienza, Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ha comunicato attraverso Instagram la decisione di non partecipare fisicamente all’udienza. “Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi”, ha scritto, spiegando come il processo incida sulla sua salute mentale e fisica. Ha aggiunto che seguirà a distanza attraverso i legali di famiglia, per evitare di rivivere il trauma di quel tragico novembre.
Turetta ha confermato di aver stilato una lista dettagliata che includeva il prelievo di contante e strategie per evitare di essere localizzato, come studiare in internet le tecniche per eludere il monitoraggio dell’auto. In aula, ha ammesso di aver pianificato questi dettagli per tentare di far perdere le proprie tracce dopo l’omicidio.