Anna, la mamma ultracentenaria di Paolo Brosio, 102 anni a aprile, è stata colta da un grave scompenso cardiaco la mattina dello scorso 10 ottobre ed è stata salvata dal medico di famiglia che è arrivato in tempo record, dai volontari della Croce Verde e dal personale del Pronto Soccorso del Versilia. Brosio grida al miracolo.
Lo considera un miracolo della Madonna Paolo Brosio quello che è accaduto in pochi attimi all’anziana mamma quasi 102enne. E così, dieci giorni dopo e terminato il ricovero di una settimana, il giornalista e patron delle Olimpiadi del Cuore ha chiamato nell’abitazione della madre a Vittoria Apuana tutti coloro che hanno contribuito a salvarle la vita per ringraziarli. Emozionata e ancora provata Anna Marcacci, classe 1921, che non si è negata ai microfoni.
Una storia a lieto fine che rimarca il ruolo determinante dello staff sanitario, dal 118 al pronto soccorso, quest’ultimo spesso al centro di attacchi e lamentele specie durante gli affollati mesi estivi. Il fiato corto e la corsa disperata all’ospedale per tenere in vita quella donna minuta di quasi 102 anni. Oggi Anna Brosio è a casa dopo aver sfiorato il baratro, ed il figlio Paolo è convinto che a metterci mano sia stata la provvidenza in quel “vero proprio prodigio della medicina e del cielo”.
Sono le 6 di lunedì 10 ottobre quando Paolo sente la mamma tossire e respirare a fatica. “Aveva le prime vie naso e gola intasate da liquido e muco – racconta nella propria abitazione di Vittoria Apuana dove sono presenti medici e personale paramedico e l’assessore Simona Seveso – ho chiamato immediatamente il professor Pierpaolo Vescovi direttore sanitario della Clinica San Camillo che è proprio vicinissima alla nostra abitazione e ho avvisato il medico curante dottor Duilio Maggi che proprio a quell’ora si trovava in zona per soccorrere un paziente in urgenza”.
Scatta l’intervento del 118 e si precipitano i soccorritori volontari Fabio e Valentina Lorenzoni e Paolo Tivegna e il dottor Stefano Sergi con l’infermiera Martina Mutti. Sono minuti disperati dove tutti fanno tutto per salvare l’anziana: in ambulanza viene portata al pronto soccorso e il primario Giuseppe Pepe, insieme ai suoi più stretti collaboratori hanno subito praticato a mamma Brosio una terapia di drenaggio dei polmoni e del cuore.+
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“I primi tre giorni sono stati tremendi ma grazie alle cure e all’assistenza sia del pronto soccorso che del reparto medicina d’urgenza la mamma ha fatto piccoli miglioramenti. Però il tasso di creatinina si era notevolmente innalzato mettendo a rischio la funzionalità dei reni: ed è qui che la fede e la preghiera che ho rivolto a tutti gli amici è stata fondamentale insieme all’assistenza medica. Ho contattato Fra Daniele, vice parroco della chiesa di Sant’Antonio a Viareggio che ha portato alla mamma la comunione e l’ha confessata. Ho inviato la sua foto con un fascio di rose in Bosnia Erzegovina, in più ho affidato la mamma al giovane Beato Carlo Acutis e ho contattato don Luca Giustarini, monaco benedettino a Livorno”. Paolo Brosio svela anche due intime esperienze che farebbero pensare ad un vero miracolo. “Pochi giorni prima dell’attacco al cuore – confida – sentivo la necessità di portare mia mamma in chiesa a Vittoria Apuana, per due anni infatti è stata reclusa per timore di contrarre il Covid, ed infatti venerdì 7 ottobre l’ho accompagnata. La notte di lunedì 10 ottobre non riuscivo a dormire, mi sono svegliato di soprassalto: erano le 3.04, l’ora delle tenebre che secondo la teologia della fede cristiana rappresenta il momento dei peccati e delle situazioni più gravi. Un avvertimento, sicuramente” ha raccontato e concluso Paolo Brosio.
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