Un caso controverso coinvolge la giovane Claudia Chessa, caduta da un balcone a Malta. Si ipotizza la violenza domestica, ma restano aperte altre piste.
Papà le toglie internet, 13enne lo denuncia (e si scopre altro)
Nel gennaio dello scorso anno, una 13enne residente nel nord Barese ha denunciato i genitori per presunti maltrattamenti, in seguito alla decisione del padre di disattivarle la connessione a internet sul cellulare. La ragazza ha contattato il numero di emergenza per l’infanzia, il 114, riferendo di essere maltrattata. Secondo le ricostruzioni riportate dalla stampa locale, da questa denuncia è scaturito un iter che ha coinvolto forze dell’ordine, servizi sociali e il reparto di neuropsichiatria infantile della ASL di Barletta-Andria-Trani.
Le accuse di maltrattamenti e il contesto familiare
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Lucio Vaira della Procura di Trani, hanno rivelato presunti maltrattamenti aggravati ai danni della minore. La 13enne avrebbe dichiarato di essere stata colpita con calci e pugni, subendo lividi ed escoriazioni. Intercettazioni ambientali e telefoniche hanno delineato un quadro di abusi abituali, confermato anche durante l’incidente probatorio. La situazione familiare della ragazza è stata descritta come particolarmente complessa, con tensioni che avrebbero spesso portato a episodi di violenza.
La dipendenza dal cellulare e i contrasti scolastici
Un elemento chiave nella vicenda è la dipendenza della ragazza dal cellulare, utilizzato per circa dieci ore al giorno. Questo comportamento sarebbe stato alla base di voti scolastici negativi e frequenti discussioni con i genitori, culminate nella decisione del padre di limitare l’accesso a internet. Durante l’incidente probatorio, la stessa 13enne avrebbe ammesso che la perdita del cellulare era il motivo principale delle sue frustrazioni, aggravate dai rimproveri per il rendimento scolastico.
Il percorso giudiziario e la richiesta di rinvio a giudizio
Alla luce delle evidenze raccolte, la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio dei genitori per maltrattamenti aggravati in concorso. La giovane, ascoltata anche a scuola con il supporto di uno psicologo, ha fornito dettagli sulle dinamiche familiari che hanno portato alla sua denuncia. Gli inquirenti hanno approfondito il caso con testimonianze, intercettazioni e analisi psicologiche, consolidando un quadro che descriveva un ambiente domestico problematico.