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Omicidio Diana Pifferi, la madre: “Pensavo che il biberon bastasse”
La storia di Alessia Pifferi purtroppo la ricordiamo (quasi) tutti. La donna è accusata dell’omicidio della figlia Diana, morta di stenti a 18 mesi e ritrovata senza vita nel suo appartamento il 21 luglio del 2022. In una della ultime udienze del processo, l’imputata ha raccontato ai giudici della Corte d’Assise di Milano la sua versione dei fatti. Scopriamo, di seguito, la “sua verità”.
La testimonianza di Alessia Pifferi
Si è conclusa nel pomeriggio dello scorso martedì 19 settembre l’udienza che ha visto imputata Alessia Pifferi, la donna in carcere con l’accusa di aver abbandonato la figlia di 18 mesi in casa per sei giorni e per cui la piccola è morta di stenti. La Corte d’Assise ha fissato una seconda udienza per il prossimo 10 ottobre alle 9.30 quando si discuterà della perizia su Alessia Pifferi.
Alessia Pifferi si era assentata dalla sua casa di Milano per alcuni giorni per raggiungere il compagno a Leffe, in provincia di Bergamo. All’uomo – già sentito in Tribunale – aveva spiegato che la piccola era al mare con la sorella. “Siamo stati insieme dal 14 luglio al 20 luglio. Lei mi sembrava serena e tranquilla”.
La Pifferi aveva detto al compagno che sarebbe arrivata senza figlia perché aveva bisogno di staccare.
Alessia Pifferi: “Se tornassi indietro non lo rifarei”
A interrogare Alessia Pifferi oggi davanti ai giudici della Corte d’Assise è anche l’avvocato difensore Alessia Pontenani. La Pifferi spiega al suo legale come sta: “Vivo alla giornata, vivo malissimo”. Ribadisce che le manca la figlia: “Mi manca tantissimo”. Poi racconta le difficoltà di vivere in carcere, dove è rinchiusa dallo scorso luglio: “Il carcere non è di certo un bel posto. Se tornassi indietro non lo rifarei di sicuro”.
“Avevo lasciato sola mia figlia Diana altre volte”
Alessia Pifferi risponde alle domande del pubblico ministero Francesco De Tommasi davanti ai giudici della Corte d’Assise. L’imputata ha spiegato che il 14 luglio non era la prima volta che lasciava da sola Diana a casa: “L’ho lasciata sola altre volte”. Poi ha precisato che quando usciva di casa le lasciava il biberon e l’acqua: “Quando rientravo trovavo la bimba tranquilla, che giocava con i suoi giochini nel lettino. La lavavo, la cambiavo e le davo la pappa”.
“Pensavo che il biberon le bastasse”
Così quando era uscita di casa per andare dal compagno a Bergamo quel 14 luglio aveva fatto lo stesso: aveva messo la piccola nel lettino e le aveva lasciato il biberon. “Pensavo le bastasse”, ha spiegato davanti ai giudici. Alessia Pifferi è tornata a casa sei giorni dopo.
Lo psichiatra: “Alessia Pifferi non voleva uccidere la figlia”
Secondo lo psichiatra Marco Garbarini, consulente della difesa, l’imputata non aveva premeditato l’omicidio e tanto meno ha agito con l’intenzione di uccidere sua figlia. In altre parole: “Non ci sia stata nessuna volontà nel determinare quello che poi è accaduto”. Stando al parere del medico la donna soffrirebbe di un disturbo dello sviluppo intellettivo a livello moderato: “La fine della relazione con il suo compagno di Bergamo aveva generato in lei periodo di fatica e vuoto e questo ha rafforzato la sua instabilità, non consentendole di avere comportamenti adeguati”.
“Non riconosceva la sofferenza di sua figlia”
Durante l’udienza sul caso della morte della piccola Diana, è intervenuto anche lo psichiatra che ha eseguito la perizia in carcere a Alessia Pifferi. Il medico Marco Garbarini, consulente della difesa, ha così esposto davanti ai giudici i risultati dei suoi accertamenti: “L’imputata soffre di un disturbo dello sviluppo intellettivo a livello moderato”. Lo psichiatra ha spiegato che questa patologia può avere “origini genetiche e fisiche sia ambientali. Ha ripercussioni su tutte le funzioni psichiche, compresa quella affettiva”. Poi aggiunge: “Alessia Pifferi fa fatica a riconoscere le esperienze e i sentimenti delle altre persone, compresa la sofferenza di sua figlia”.
Psichiatra ha concluso che “non ci sia stata nessuna volontà nel determinare quello che poi è accaduto”. La Pifferi per il medico non aveva premeditato o voluto uccidere sua figlia: “La fine della relazione con il suo compagno di Bergamo aveva generato in lei periodo di fatica e vuoto e questo ha rafforzato la sua instabilità, non consentendole di avere comportamenti adeguati”.
Alessia Pifferi vuole incontrare la famiglia, la sorella Viviana: “Impossibile”
Alessia Pifferi, durante l’interrogatorio di oggi davanti al pm Francesco De Tommasi, apre uno spiraglio verso la madre e la sorella, che dopo la morte di Diana non ha più visto. Ma quest’ultima ha fatto sapere ,tramite il suo avvocato,: “Un confronto con Alessia? Allo stato attuale delle cose è assolutamente impossibile”. La donna, Viviana Pifferi, si è presentata in aula indossando una maglietta con il volto della nipote Diana.