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Neonato abbandonato sugli scogli, madre affetta da disturbi cognitivi

La tredicenne di Villa San Giovanni che ha partorito un bambino, successivamente abbandonato sugli scogli del molo del porticciolo turistico, all’interno di uno zainetto e con il cordone ombelicale ancora attaccato, soffrirebbe di disturbi cognitivi.

L’inchiesta, coordinata dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e dal capo della Procura dei Minori Roberto Di Palma, ha portato oggi all’audizione della madre della ragazzina e di altre due persone informate sui fatti. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire con precisione gli eventi e le circostanze che hanno portato a questo tragico episodio.

Incongruenze e dettagli sospetti

Numerose sono le incongruenze emerse finora. Un particolare rilevante riguarda la carnagione molto scura del neonato, che potrebbe portare a importanti sviluppi nell’indagine. Gli inquirenti hanno infatti chiesto all’anatomo-patologo che ha eseguito l’autopsia di prelevare campioni tissutali per definire il DNA del bambino, al fine di identificare il padre.

Parto prematuro e scuola

Un altro elemento significativo è rappresentato dai tempi della gestazione: il parto è avvenuto prematuramente rispetto ai nove mesi canonici. Inoltre, la madre-bambina frequentava l’ultimo anno della Scuola Media di primo grado. Gli investigatori stanno esaminando se vi siano state segnalazioni sulla gravidanza della ragazza agli organi competenti.

Il ricovero

La 13enne è stata dimessa dal Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. Il suo ricovero, per una presunta setticemia, aveva destato l’attenzione degli inquirenti. Dopo i primi controlli medici, infatti, gli investigatori hanno confermato che la ragazzina era la partoriente. Questo evento ha contribuito a delineare il quadro investigativo dell’inquietante vicenda, fornendo elementi fondamentali per l’indagine in corso.