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Messina, scandalo al Policlinico: bando per soli uomini sul cancro al seno
Stampa articoloUn avviso pubblico per una borsa di studio da 40mila euro finanziata con i fondi del Pnrr ha acceso i riflettori sul Policlinico universitario Gaetano Martino di Messina. Il requisito che ha fatto scalpore? L’appartenenza al genere maschile. La vicenda, emersa grazie a una segnalazione de Il Messaggero, ha sollevato un’ondata di critiche, costringendo l’ateneo a una rapida rettifica.
Un bando che esclude le donne
Il 19 marzo scorso, il Policlinico di Messina pubblica un avviso per un ricercatore under 40, destinato a un progetto di ricerca sul cancro al seno finanziato dai fondi europei Next Generation Eu. L’obiettivo è migliorare la prevenzione per le donne ad alto rischio attraverso tecniche avanzate, come la mammografia con contrasto e la risonanza magnetica. Tra i requisiti richiesti, figurano la cittadinanza italiana, l’assenza di condanne penali, una laurea in Medicina, la specializzazione in radiodiagnostica e l’iscrizione all’ordine dei medici. Ma al punto 6, una clausola inattesa: il candidato deve essere di genere maschile.
La notizia, anticipata il 10 aprile da Il Messaggero, scatena un’immediata reazione. Specializzandi, associazioni e utenti sui social gridano allo scandalo, definendo il requisito una discriminazione inaccettabile, soprattutto considerando il tema del progetto: la salute femminile. “Incredibile ma vero: un concorso riservato solo ai maschi”, scrive un utente su X. “E poi dicono che il patriarcato non esiste più!”, aggiunge un altro, mentre il dibattito si infiamma.
La reazione della rete e degli specializzandi
La denuncia parte dalla rete, dove il bando diventa virale. L’Associazione Liberi Specializzandi (ALS) prende posizione, con il presidente Massimo Minerva che si chiede: “Che significa cercare solo un maschio per quel ruolo? Siamo oltre ogni ritegno”. Sui social, i toni sono ancora più accesi. “Essere maschio è uno dei requisiti richiesti dall’azienda ospedaliera universitaria di Messina. E queste sono le pari opportunità?”, ironizza un commento. Molti dubitano che si tratti di un errore, ipotizzando che il bando sia stato scritto per favorire un candidato specifico.
Gli specializzandi, in particolare, non credono alla versione dell’errore burocratico. “Un refuso del genere non passa inosservato in un documento ufficiale”, sostengono, alimentando sospetti su una possibile mancanza di trasparenza. La polemica si amplia, coinvolgendo il mondo accademico e politico, fino a raggiungere il Ministero per le Pari Opportunità.
La rettifica del Policlinico: “Un semplice refuso”
Di fronte alla bufera mediatica, il Policlinico agisce rapidamente. Il 9 aprile, con la delibera n. 784, l’azienda rettifica il bando, eliminando il requisito del genere maschile e riaprendo i termini per le candidature. In una nota ufficiale, il Policlinico definisce la clausola un “mero refuso”, un errore materiale dovuto a una svista nella redazione del documento. L’ateneo, da parte sua, si smarca: “Non c’entriamo nulla, la responsabilità è dell’azienda ospedaliera”, dichiara, cercando di contenere i danni reputazionali.
Nonostante la correzione, la spiegazione non convince tutti. Alcuni osservatori sottolineano che un errore così grave, in un bando finanziato con fondi pubblici, solleva interrogativi sui processi di controllo interni. Altri, come il professor Aristide Police, docente di Diritto amministrativo alla LUISS, commentano: “Un bando del genere è certamente annullabile per discriminazione, a meno che non ci sia una clausola specifica nei finanziamenti europei che giustifichi il requisito”. Tuttavia, nessuna clausola di questo tipo emerge dai documenti ufficiali.
L’intervento della ministra Roccella
La vicenda attira l’attenzione della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che interviene con una dichiarazione chiara: “Bene che il Policlinico universitario di Messina abbia rettificato il bando per un posto da ricercatore che inizialmente prevedeva fra i requisiti di accesso l’appartenenza al genere maschile: sarebbe paradossale – ha osservato – che mentre si fa di tutto per promuovere le pari opportunità, il lavoro femminile, la rimozione del gender gap nella scienza, proprio in ambito scientifico e universitario, per giunta con fondi dello stesso Pnrr che promuove la parità di genere come obiettivo, e su un tema sensibile come quello del cancro al seno, si prevedessero incarichi di studio e ricerca per soli uomini”.
La ministra non si limita a lodare la rettifica, ma aggiunge un monito: “Tutto è bene quel che finisce bene, sperando – conclude Roccella – che la prossima volta oltre a finire bene si cominci meglio”.
Un progetto cruciale per la salute femminile
Al centro della polemica c’è un progetto di ricerca di grande rilevanza: il “Con-trust randomized controlled trial”, che confronta l’efficacia della mammografia con contrasto e della risonanza magnetica nella sorveglianza delle donne ad alto rischio di cancro al seno. Con un budget di 40mila euro lordi per un contratto di 12 mesi, eventualmente prorogabile, il ruolo del ricercatore prevede la raccolta di dati su almeno 104 pazienti, la partecipazione a riunioni scientifiche e la redazione di articoli accademici.
Il progetto, guidato dal dottor Paolo Giorgi Rossi, epidemiologo di rilievo, e dalla professoressa Maria Adele Marino, responsabile per l’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica del Policlinico, rappresenta un passo avanti nella lotta contro una malattia che colpisce migliaia di donne ogni anno. Proprio per questo, l’esclusione delle donne dal bando appare ancora più incomprensibile, alimentando il dibattito sull’inclusività nella ricerca scientifica.
Le ombre sulla trasparenza
Nonostante la rettifica, il caso lascia strascichi. Alcuni critici si chiedono come un errore così evidente sia sfuggito ai controlli, considerando che il bando è stato pubblicato il 19 marzo e chiuso il 3 aprile senza correzioni immediate. La giustificazione del “refuso” non placa le accuse di scarsa trasparenza. “Vogliono far vincere qualcuno?”, si chiede Massimo Minerva, dando voce a un sospetto diffuso tra gli specializzandi.
Fonti utilizzate:
- Il Messaggero, “Concorso solo per ‘maschi’ a Messina, polemica per il bando con i fondi europei”, 10 aprile 2025, link.
- ANSA, “A Messina il concorso per ricercatore ‘solo per uomini’”, 10 aprile 2025, link.
- Corriere della Sera, “Messina, il bando choc dell’Università per un posto da ricercatore. Il requisito: ‘Solo per uomini’”, 10 aprile 2025, link.
- Gazzetta del Sud, “Concorso ‘solo per maschi’ al Policlinico di Messina, ma l’azienda precisa: ‘Solo un refuso’”, 10 aprile 2025, link.
- Lettera Emme, “Policlinico, il bando ‘per soli uomini’ finisce al ministero”, 11 aprile 2025, link.