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Matteo Messina Denaro: le sue donne, gli amori e i misteri
Strano ma vero. E’ risaputo che sin dalla sua giovinezza Matteo Messina Denaro sia stato sempre attratto dal fascino femminile ma non è altrettanto automatico che le donne possano avere provato attrazione e, persino amore, nei confronti di un uomo che si è macchiato di crimini infami per tutto l’arco della propria vita. Eppure, la realtà è che le donne sono state una costante accanto al boss di Cosa Nostra. Scopriamo, di seguito, cosa sappiamo della sua tormentata vita privata.
Le donne di Matteo Messina Denaro
Dalle indagini di questi ultimi anni emerge che le forze di polizia che gli danno la caccia hanno cercato, soprattutto, una donna che avrebbe aiutato il latitante a scrivere i messaggi per conto suo, per poi inviarli alla rete dei sodali. Con l’ultima operazione antimafia “Xydi”, che agli inizi di febbraio ha portato in carcere 23, tra affiliati appartenenti a Cosa nostra e alla “Stidda”, nella zona di Canicattì e dell’agrigentino, gli inquirenti hanno ascoltato alcune intercettazioni che mettono al centro un’altra donna che avrebbe fatto da tramite per mettere in contatto i padrini delle varie famiglie e il latitante castelvetranese. E’ questo l’ultimo mistero che ruota attorno a Messina Denaro. Per gli investigatori, la donna cui fanno riferimento i mafiosi Giancarlo Buggea e Antonio Chiazza mentre sono intercettati, può essere la madre di Luca Bellomo, Maria Insalaco, morta a Canicattì il 12 aprile 2019. Bellomo è nipote acquisito di Messina Denaro, per avere sposato la nipote, Lorenza Guttadauro.
Il mistero dei ‘pizzini’ del boss
Il mistero sulla donna che avrebbe scritto i pizzini del boss, sarebbe nato dopo una consulenza disposta anni fa dalla procura su alcuni pizzini del latitante. Gli esperti grafologi, infatti, parlavano di una “scrittura femminile”. Messina Denaro, come dicevamo, è sempre stato uno sciupafemmine ed è diverso dai vecchi boss che prendevano moglie da giovani. Il figlio di don Ciccio Messina Denaro partecipa da giovane ai festini dell’alta società palermitana con donne altolocate e anche un po’ avanti con l’età. Ma è a Castelvetrano, in particolare sulla spiaggia di Marinella di Selinunte, dove si trova la struttura alberghiera Paradise Beach, che incontra uno dei sui amori più grandi Andrea “Asi” Haslehner. Una bellissima ragazza austriaca, che in estate lavora alla reception di quell’albergo, e per la quale perde talmente tanto la testa da far uccidere Nicola Consales, il giovane vice direttore dell’albergo, innamorato di Asi.
La vita privata di Matteo Messina Denaro
Prima di iniziare la latitanza, nel giugno del 1993, Messina Denaro ha una relazione con una donna di Mazara, Sonia M.. A lei scriverà che dovrà allontanarsi e che non potrà spiegare quella scelta. Iniziato il periodo della latitanza, Messina Denaro ha una relazione che si può definire “stabile” con Franca Alagna, la donna che il 17 dicembre del 1995 ha dato alla luce la figlia del boss, Lorenza. Nonostante sia diventato padre, le abitudini non cambiano, e nel 1996, Matteo Messina Denaro ha una relazione con una donna palermitana, Maria Mesi, sorella della segretaria di Michele Aiello, il re della sanità e delle cliniche siciliane e prestanome di Bernardo Provenzano. La ragazza è più giovane di tre anni e lo adora. Gli invia lettere, gli regala profumi e i videogiochi di ultima generazione. Si incontrano in un appartamento alla periferia di Palermo e in una villetta a Bagheria. E infine, secondo uno degli ultimi avvistamenti, Messina Denaro si trovava nel 2003 a Valencia, in Venezuela. Alcune testimonianze lo raccontano in compagnia di una donna, bellissima, straniera e silenziosa.
Messina Denaro, le donne e gli amori del boss
La presenza di tante donne traccia già il profilo di un boss “moderno” che, almeno nella vita privata, ha segnato una forte discontinuità con il sistema di valori familiari e sentimentali della mafia tradizionale. Tra tutte le donne che gli sono state attribuite, Maria Mesi è quella che forse ha contato di più nella vita di Messina Denaro. Certamente quella che non gli ha fatto mancare appassionate attestazioni di amore insieme con le tenere attenzioni di una compagna premurosa. “Sei la cosa più bella che ci sia” è il messaggio che aveva affidato a uno dei “pizzini”, intercettati dagli investigatori. Maria pensava anche alle innocenti passatempi di Matteo con i videogiochi Nintendo, ancora di prima generazione. Attenzioni che si intrecciavano con le confidenze di due innamorati. Dalla corrispondenza saltata fuori in casa di Filippo Guttadauro, cognato e collegamento tra il boss latitante e il suo mondo, sono riaffiorati i pensieri intimi di una coppia per forza di cose clandestina. Maria si firmava e si faceva chiamare Mari oppure Mariella. “Avrei voluto conoscerti fin da piccola e crescere con te, sicuramente te ne avrei combinate di tutti i colori perché da bambina ero un maschiaccio”, gli scriveva. Diventata grande, non ha pensato più alle marachelle. Ha diviso con Diabolik i disagi di un menage con poca intimità ma anche i rari momenti di evasione e le vacanze. Come quella di agosto 1995 in un residence messo a disposizione dal boss Vito Mazzara (il mandante dell’uccisione di Mauro Rostagno) a San Vito Lo Capo, tra la spiaggia sabbiosa, il mare e le escursioni nella suggestiva riserva naturale dello Zingaro. In questo ambiente, che era quello del suo regno criminale, Matteo Messina Denaro poteva muoversi con temeraria sicurezza perché era circondato da amici e fiancheggiatori fidati.
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La figlia Lorenza mai conosciuta
Dalla relazione con Francesca Alagna nel 1996 Messina Denaro ha avuto una figlia Lorenza. Mai conosciuta, ha confidato a un amico, anche se la donna e la ragazza sono state accolte sin dal primo momento a casa della madre del boss a Castelvetrano. Se ne sono andate solo nel 2013. Non è stato mai chiarito se sia stato un atto di ribellione della ragazza o, come appare più probabile, una scelta causata dal fatto che madre e figlia non riuscivano più a vivere in una casa assediata da polizia e carabinieri. Nel 2021 Lorenza ha avuto un bimbo che non si chiama Matteo come il nonno.
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