Mandorle ritirate dal mercato per rischio aflatossine: i lotti da non consumare

di Manuela Zanni


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Il Ministero della Salute ha segnalato il richiamo precauzionale di diversi lotti di mandorle per rischio contaminazione da aflatossine. Le mandorle sgusciate sono vendute con i marchi Dattilo, Movida Catering e I&D Srl e il ritiro riguarda diversi formati.

Ministero della Salute: “Non consumare questi prodotti e riportarli al punto vendita”

L’indicazione  da parte del Ministero della Salute per chi ha comprato questi prodotti – tutti commercializzati dall’azienda I&D srl di Frattamaggiore (Napoli) – è quella di “non consumarli e riportarli al punto vendita”.

Il lotti da restituire ai punti vendita

Il Ministero della Salute  ha, inoltre, comunicato i lotti interessati di frutta secca  da non consumare e restituire al punto vendita:

Dattilo: bustine da 40 grammi con i numeri di lotto 277/22 e 290/22;
Movida Catering: secchielli da 700 grammi con i numeri di lotto 270/22, 294/22 e 273/22;
Movida Catering: secchielli da 1 kg con i numeri di lotto 277/22 e 291/22;
I&D Srl: vaschette compostabili senza marchio da 200 grammi e 400 grammi con i 279/22, 280/22 e 295/22.

Che cosa sono le aflatossine

Le mandorle  sono soggette a rischio aflatossine, prodotte dal metabolismo di alcuni funghi. Dei 17 tipi di aflatossine conosciuti alcuni sono tossici. Le aflatossine si possono sviluppare durante la coltivazione, il raccolto e anche l’immagazzinamento di cereali come riso e granturco (il mais è la coltivazione più a rischio) e frutta a guscio, arachidi, fichi e altra frutta secca, spezie, oli vegetali grezzi e semi di cacao. Soprattutto in condizioni di caldo e umidità.

Perché occorre evitare  le aflatossine

Le aflatossine sono sostanze rilasciate da alcune specie di microfunghi filamentosi quali, ad esempio, l’Aspergillus flavus e l’Aspergillus parasiticus. Possono svilupparsi durante la coltivazione, il raccolto e l’immagazzinamento su numerosi prodotti di origine vegetale, come i cereali, soprattutto il mais, i semi oleosi, come le arachidi, le spezie, le granaglie, la frutta secca ed essiccata.Tra 17 tipi di aflatossine finora individuati, solo 5 sono considerati importanti per la loro diffusione e tossicità: le aflatossine B1, B2, G1, G2 e la aflatossina M1. Quella di maggiore interesse tossicologico è senza dubbio l’aflatossina B1 (AFB1) perché ha un’azione sui geni e sullo sviluppo del cancro al fegato. L’aflatossina B1 è la più diffusa nei prodotti alimentari ed è una delle più potenti in termini di genotossicità e cancerogenicità. È prodotta sia dall’Aspergillus flavus sia dall’Aspergillus parasiticus. L’aflatossina M1 è uno dei principali metaboliti dell’aflatossina B1 nell’uomo e negli animali e può essere presente nel latte proveniente da animali nutriti con mangimi contaminati da aflatossina B1.

I rischi per la salute

Quali sono i rischi per la salute: hanno una tossicità a breve-medio termine e anche cronica. Il fegato è il bersaglio principale: l’aflatossina B1 (AFB1) ha un’azione sui geni (genotossica) e sullo sviluppo del cancro al fegato (epatocancerogena). Nel 1993, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato la aflatossina B1 nel Gruppo 1, vale a dire come agente cancerogeno per l’uomo. Ed è per questo che a livello europeo, il Regolamento (UE) 1881/2006 ha fissato i limiti massimi che possono essere presenti in prodotti alimentari quali cereali, frutta secca, spezie, prodotti per l’infanzia e latte per quanto riguarda l‘aflatossina B1, le aflatossine totali, e l’aflatossina M1.

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