Si è tenuta oggi all’Università di Padova la cerimonia per il conferimento della laurea alla memoria di Giulia Cecchettin, la studentessa di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta a pochi giorni dalla discussione della sua tesi in Ingegneria Biomedica. Una laurea simbolica per ricordare Giulia e il suo impegno negli studi, bruscamente interrotto da un gesto di inaudita violenza. L’Ateneo ha voluto così onorare il percorso accademico di una ragazza brillante e volenterosa, che aveva quasi raggiunto un traguardo tanto desiderato.
La cerimonia si è svolta in un clima di commozione, alla presenza dei familiari di Giulia – il padre Gino, la sorella Elena e il fratello minore – e di alcuni suoi amici e compagni di università. C’era anche la ministra dell’Università Annamaria Bernini, in segno di vicinanza delle istituzioni a una vicenda così dolorosa.
“Vorrei che il nome di Giulia oggi non venisse ricordato solo per l’orrore che le è capitato, ma anche per la sua generosità e determinazione negli studi”, ha detto il padre Gino nel suo intervento. Parole di affetto anche dalla sorella Elena: “Sono fiera di te, riuscivi sempre a essere lucida e comprensiva”. La professoressa Silvia Todoros, relatrice della tesi di Giulia, ha ricordato l’impegno e la serietà dimostrati dalla ragazza nel suo percorso accademico: “Aveva fatto una tesi sicuramente da pieni voti”.
Un riconoscimento doveroso dunque per una studentessa caparbia e brillante, che lascia un vuoto incolmabile nei suoi cari e in tutta la comunità universitaria. La sua morte è un monito per tutti a contrastare la violenza di genere, ancora troppo diffusa nella nostra società. La laurea a Giulia è anche un messaggio di speranza: il suo sogno si è infranto tragicamente, ma il titolo conquistato simbolicamente oggi racchiude i sacrifici e le aspirazioni di una vita interrotta, affinché la sua memoria continui a vivere in chi l’ha amata.
Non sono mancate però le polemiche. L’Unione degli Universitari aveva chiesto di poter prendere parte alla cerimonia per lanciare un messaggio contro il patriarcato e le discriminazioni di genere. Richiesta respinta dall’Ateneo, che ha voluto mantenere il carattere commemorativo dell’evento. “Volevamo parlare di parità di genere, ma ci hanno escluso”, ha protestato il rappresentante Udu Domenico Amico. Accuse definite “sterili e pretestuose” dalla rettrice Daniela Mapelli: “Rovinare l’avvicinamento a questa cerimonia con polemiche fuori luogo è una delusione per tutta la comunità accademica”.