Cliniche per ‘curare’ le donne senza hijab: indignazione in Iran

di Redazione


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In Iran, l’obbligo dell’hijab si trasforma in una sfida per i diritti delle donne.

L’annuncio di Mehri Talebi Darestani, capo del Dipartimento per le donne e la famiglia del quartier generale per la Promozione delle virtù e la prevenzione del vizio, di aprire una “clinica per il trattamento della rimozione dell’hijab” ha scatenato indignazione tra le attiviste e le associazioni per i diritti umani. La struttura, secondo Darestani, offrirà un “trattamento scientifico e psicologico”.

Sima Sabet, giornalista iraniana in esilio nel Regno Unito, ha definito la decisione “vergognosa” e “agghiacciante”, affermando che “è agghiacciante l’idea di aprire cliniche per ‘curare’ le donne non velate”. L’avvocato iraniano Hossein Raeesi aggiunge che questa iniziativa è “né islamica né in linea con le leggi iraniane”, mentre una giovane donna iraniana ha commentato: “Non sarà una clinica, sarà una prigione”.

Manifestazioni in Europa e nel mondo

A Roma, in piazza Santi Apostoli, è in programma domani, venerdì 15 novembre, una manifestazione organizzata dall’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia in occasione dell’anniversario della rivolta del 2019 in Iran. Shahrzad Sholelh, presidente dell’associazione, invita a “ritenere il regime responsabile dell’ondata di esecuzioni” e a “inserire nella lista nera l’Irgc”, il corpo delle Guardie della Rivoluzione Iraniana, principale forza repressiva del regime. Le manifestazioni si terranno dal 14 al 16 novembre in varie città in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia per ricordare i 1.500 manifestanti uccisi durante la rivolta del 2019. “Questi eventi mirano a mettere in luce la lotta del popolo iraniano per la libertà e i diritti umani,” afferma Sholelh, sottolineando la richiesta di una nuova politica dell’UE che includa la fine dell’accondiscendenza verso il regime iraniano.

Richieste per una nuova politica internazionale

Le manifestazioni globali pongono un focus sulla richiesta di inserire le Guardie della Rivoluzione Iraniana nella lista delle organizzazioni terroristiche e sulla necessità di una politica estera europea più incisiva. “Abbasso la dittatura”, “Donne, Resistenza, Libertà” e “Abbasso l’oppressore, sia esso lo Scià o la Guida Suprema” saranno i canti che risuoneranno durante le proteste. La manifestazione vedrà anche interventi di attivisti e figure politiche e sarà arricchita da mostre in memoria delle vittime delle rivolte del 2019 e del 2022. Da agosto, con Masoud Pezeshkian alla presidenza, il regime ha eseguito 468 esecuzioni, dimostrando come il controllo autoritario si fondi su una repressione sistematica.

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