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Imane Khelif, CIO: “la pugile algerina è nata donna, non è transgender”

“La pugile algerina è nata donna, è stata registrata come donna, ha vissuto la sua vita come donna, ha praticato la box come pugile donna, non è un transgender. C’è stata molta confusione e si è detto che era un uomo che combatteva contro una donna, non è così, ed è una certezza scientifica. Su questo c’è consenso scientifico: non si tratta di un uomo che combatte contro una donna”.

Così il portavoce del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) Mark Adams nel corso del briefing quotidiano, a proposito della vicenda di Imane Khelif, la pugile che ha combattuto per 45 secondi con Angela Carini.

“Le regole per l’ammissione alle gare – ha aggiunto Adams citando lo statement ufficiale del Comitato olimpico – non possono essere cambiate nel corso di una manifestazione e ogni cambiamento delle regole deve seguire le procedure appropriate e deve essere basato su prove scientifiche. Il CIO ha la missione di proteggere i diritti civili di tutti gli atleti che partecipano ai Giochi olimpici”.

Carini: “Non ho saluto Khelif? Mi scuso”

“Mi sento vicina alla mia avversaria, siamo due atlete che vivono il sogno delle Olimpiadi. Non è stato facile per nessuna delle due, ma onore anche a lei”.

Così Angela Carini, intervistata da Parigi ad Agorà Estate, sui Rai3.

“Non sono qui per giudicare, ho combattuto con determinazione e i valori di mio padre. Dopo aver ricevuto il colpo, mi sono sentita male e ho deciso di fermarmi – racconta – Se non ho salutato la mia avversaria, mi scuso, ma combatto da quando avevo 12 anni e ho seguito il mio istinto. Mi sono inginocchiata per dire ‘grazie babbo’. Non volevo creare altro dolore e ho avuto il coraggio di fermarmi per me e la mia famiglia”.

La Carini ha incontrato anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri: “Ho avuto il sostegno della nazione e Meloni mi ha detto di continuare a credere nei miei sogni. Tanti mi hanno detto di continuare fino alla fine, ma io ho deciso di fermarmi per il mio bene”.