Benzodiazepine nel sangue, Andrea Favero ha premeditato l’omicidio di Giada Zanola?

di Gaetano Ferraro


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Sono state trovate tracce di benzodiazepine nel corpo di Giada Zanola, la ragazza gettata da un viadotto dell’autostrada l’autopsia rafforza l’ipotesi dell’omicidio premeditato nei confronti del compagno.

Accuse più gravi per Andrea Favero

Si aggravano dunque le accuse nei confronti di Andrea Favero, il 45enne fermato per l’omicidio della compagna Giada Zanola, la donna di 33 anni trovata senza vita ai piedi di un cavalcavia sull’autostrada A4 lo scorso 30 maggio. Stando ai primi risultati dell’autopsia, nel corpo della vittima sono state rinvenute tracce di benzodiazepine, potenti tranquillanti che non le erano stati prescritti. Il medico legale sta analizzando i campioni di tessuto prelevati per determinare se la donna abbia assunto volontariamente gli psicofarmaci o se glieli abbia somministrati qualcun altro. L’ipotesi attualmente al vaglio degli inquirenti è che Andrea Favero abbia narcotizzato la compagna prima di caricarla in auto, portarla sul cavalcavia e gettarla nel vuoto.

La tragica fine di Giada Zanola

Giada Zanola era ancora viva quando è precipitata dall’altezza di 10 metri, morendo travolta da un tir in transito sull’autostrada. Il suo corpo martoriato è stato rinvenuto la mattina del 30 maggio da alcuni automobilisti di passaggio. Fin da subito la pista del suicidio non ha convinto gli investigatori, che hanno presto individuato in Andrea Favero il principale sospettato.

I timori di Giada diventati realtà

L’uomo, padre del figlio di 2 anni della donna, era stato denunciato in passato per stalking e maltrattamenti. Giada aveva recentemente deciso di lasciarlo, annullando le nozze in programma per settembre. Agli amici aveva confidato la paura di essere drogata a sua insaputa dal compagno. Il timore che Favero potesse assumere iniziative violente nei suoi confronti si è tragicamente avverato. L’ipotesi della procura è che l’indagato abbia somministrato alla donna massicce dosi di tranquillanti fino a stordirla, per poi caricarla in auto ancora in vita e gettarla dal cavalcavia sulla A4 nei pressi di Vigonza. Il 45enne rischia ora l’accusa di omicidio premeditato e pluriaggravato. Negli interrogatori si è avvalso della facoltà di non rispondere, ammettendo in un primo momento le proprie responsabilità per poi ritrattare.

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