La magia di un regalo spesso è racchiusa nella gioia di sapere che qualcuno ha pensato a noi e lo dimostra con un gesto, anche simbolico. In fondo, i doni sono gesti d’amore e il dono più bello è donare speranza di cura a tanti bambini e adolescenti malati di cancro. “È il pensiero che […]
Maria David e il suo sacrificio per salvare i cavalli dalle fiamme: lacrime di dolore e rabbia
Una chiesa gremita di gente, volti tristi e lacrime. Così Cefalù ha dato l’ultimo saluto a Maria David, la donna di 42 anni tragicamente scomparsa per cercare di mettere in salvo i suoi amati cavalli dal terribile incendio che ha colpito la città. Le esequie si sono svolte ieri nella cattedrale cittadina, officiate dal vescovo Giuseppe Marciante che non ha risparmiato dure parole contro i criminali artefici dei roghi e contro le istituzioni assenti.
Il sacrificio di Maria per salvare i suoi cavalli
Maria aveva tentato disperatamente di salvare i suoi animali dalle fiamme che stavano divorando la stalla. Purtroppo il suo nobile gesto d’amore è stato vano: oltre a perdere la vita, non è riuscita a mettere in salvo la sua puledra Scilla, deceduta domenica per le gravi ustioni riportate. Proprio Scilla era diventata il simbolo della tragedia di Cefalù, con una mobilitazione di solidarietà per cercare di salvarla. “La comunità oggi piange un’altra vittima degli incendi – ha detto il vescovo – dinanzi a questi eventi ci fermiamo col volto triste”. Parole dure contro i piromani, “criminali senza cuore”, e contro le istituzioni che non fanno abbastanza per tutelare il territorio. Infine l’appello ai giovani a diventare “sentinelle della nostra terra” citando l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco.
Un gesto eroico, purtroppo vano
La morte di Maria lascia sgomenta e addolorata l’intera città ma anche l’Italia intera: una donna che ha sacrificato se stessa fino all’estremo tentativo di mettere in salvo le sue amate creature. Il suo gesto eroico resterà per sempre impresso nei cuori e nella memoria della comunità, che oggi le dice addio tra lacrime e rabbia. La sua vita spezzata non sarà vana, ma monito affinché simili tragedie non accadano più.
La morte della puledra Scilla
Poi la tragedia nella tragedia, nella notte di sabato e domenica è infatti morta Scilla, la puledra per cui si era immolata Maria. Era diventata tristemente famosa in tutta Italia proprio per le profonde ferite che aveva riportato a causa degli effetti letali dell’incendio nei pressi della collina in cui la famiglia David aveva la propria stalla e la sua situazione aveva fatto partire una vera e propria gara di solidarietà da parte degli stessi cefaludesi e di tanti italiani. Giuseppe Iannelli, il veterinario che le aveva somministrato le prime cure, si era dovuto arrampicare per la collina ancora fumante per raggiungere il luogo impervio in cui l’animale aveva trovato riparo. Scilla aveva mangiato e bevuto, assicura Iannelli, e sembrava reagire positivamente a quanto aveva vissuto. Tuttavia quando domenica scorsa il veterinario è salito assieme al fratello della vittima, Massimo David, per stabilizzarla, purtroppo l’ha trovata morta, vicino al luogo in cui l’aveva lasciata per la notte.