La confessione di Igor Sollai, dopo mesi di dinieghi, getta luce sul femminicidio di Francesca Deidda, avvenuto lo scorso maggio in Sardegna.
Filippo Turetta era in lista d’attesa per lo psicologo ma non poteva permetterselo
Continuano ad emergere nuovi dettagli sul caso di Filippo Turetta, il ventenne studente arrestato con l’accusa di aver ucciso la fidanzata Giulia Cecchettin. L’ultima rivelazione arriva dalla migliore amica del ragazzo, intervistata nella puntata di martedì di “Avanti Popolo”, programma condotto da Nunzia De Girolamo su Rai 3.
La testimonianza dell’amica sulle richieste di aiuto psicologico
“Anche noi avevamo capito che non aveva comportamenti super normali – racconta la giovane – e col fatto che ci diceva che lui stava male, gli dicevamo ‘vai da uno psicologo perché così magari stai un po’ meglio'”. Turetta aveva effettivamente cercato un supporto psicologico, come emerge dagli ultimi sviluppi delle indagini: ai primi di settembre aveva contattato il centro unico prenotazioni per fissare un appuntamento con uno specialista. Prima dell’omicidio era riuscito ad andare da uno psicoterapeuta per 5 volte.
Le difficoltà economiche e la solitudine nell’affrontare il disagio
Il sesto incontro era previsto per il 17 novembre, il giorno in cui invece il ragazzo è fuggito dopo aver ucciso Giulia. Stando al racconto dell’amica, Turetta avrebbe cambiato psicologo un paio di volte: “Non poteva permettersi quello da cui andava inizialmente, quindi ha fatto un paio di sedute e poi ha cambiato, ne ha trovato uno gratis. Mi pare che andasse da una vicino alla stazione, che gliel’avevano consigliata e che desse uno o due appuntamenti gratuiti”.
Il tentativo di supporto psicologico prima della tragedia
Il problema era che il giovane non riusciva a pagare le sedute e, non avendo chiesto aiuto economicamente ai genitori, stava aspettando di entrare nelle liste del servizio sanitario per ottenere un supporto psicologico pubblico e gratuito. “Non so se poi i suoi genitori sono riusciti a saperlo – continua l’amica – Secondo me proprio non glielo diceva, non è che non lo appoggiassero”.
L’aggravarsi della condizione psicologica fino all’omicidio
La testimonianza getta nuova luce sul profilo psicologico disturbato di Turetta e sulla sua solitudine nell’affrontare i suoi problemi mentali. Un disagio interiore di cui, stando al racconto dell’amica, anche gli affetti più stretti si erano accorti e che è sfociato nella tragedia. Il tentativo di cercare un supporto sembra essersi scontrato con le difficoltà economiche del ragazzo e con la mancata condivisione del suo malessere in famiglia. Una situazione delicata che evidentemente ne ha aggravato la condizione psicologica, fino al gesto estremo di violenza che ha stroncato la vita della fidanzata Giulia.