A Palermo, il 25 novembre, l'evento “LIBERA(mi)” riflette sulla libertà negata con danza e consapevolezza contro la violenza sulle donne.
Filippo Turetta, cresce il malumore in carcere tra i detenuti, “troppi privilegi”
Dall’11 novembre, giorno del tragico evento, Elisabetta Martini e Nicola Turetta, i genitori di Filippo, il reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, non vedono il proprio figlio.
Tuttavia, nonostante l’autorizzazione avuta per poterlo incontrare in carcere, hanno scelto di non farlo e ciò sottolinea il profondo dolore e il bisogno di tempo per elaborare la tragedia.
La decisione di rinunciare al colloquio, infatti, è basata sulla valutazione del bisogno di supporto psicologico non solo per Filippo ma anche per i genitori.
L’appello del cappellano del carcere
La pressione mediatica sull’intera vicenda, con giornalisti e fotografi affollati fuori dal carcere, ha generato disagio tra i detenuti.
Il cappellano del carcere, fra’ Paolo Crivelli, ha lanciato un appello al silenzio, sottolineando la necessità di rispettare il dolore delle persone coinvolte nella tragedia. Ha enfatizzato l’importanza di lasciare che la giustizia segua il suo corso senza i riflettori dei media.
Disagio tra i detenuti
Come riportato da Leggo.it, l’associazione Sbarre di zucchero, tramite le segnalazioni di reclusi e familiari, ha palesato l’indignazione in corso nella struttura carceraria di Verona.
Ad esempio, “gli avvocati dei detenuti hanno fatto fatica ad incontrare i propri assistiti per colpa dei giornalisti/fotografi”. Infatti, è stato spesso necessaro l’intervento della polizia penitenziaria.
Inoltre, alla vicepresidente dell’associazione, Micaela Tosato, una donna ha confidato: “I ragazzi dentro sono seguiti meno del solito perché, come ha detto un brigadiere al mio compagno, adesso bisogna pensare al nuovo arrivato vip. Che schifo, sono sempre più schifata. E stamattina l’assassino ha il permesso di incontrare i genitori, nonostante non sia giorno di colloqui per la sua sezione…”, ovvero la “psichiatria sperimentale” che non prevede contatti con i familiari il mercoledì.
Infine, non è piaciuto neanche il fatto che siano stati prestati dalla biblioteca interna a Filippo due libri – un giallo di Agatha Christie e un romanzo di Aleksandr Puškin – “Dopo solo due giorni ha già libri da leggere e colloquio con i genitori?”.