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Emilio Fede ricorda Silvio Berlusconi: “Io e lui come due fratelli. Lo rivedrò nell’aldilà”

Attraverso le pagine de La Stampa, Emilio Fede ricorda Silvio Berlusconi, morto oggi 12 giugno all’età di 86 anni: “Siamo sempre stati legati, non c’è stato bisogno di parlare negli ultimi tempi”.

Emilio Fede: “Meno ne parlo e meno ci soffro”

Emilio Fede, a lungo direttore del TG4, ha affidato al quotidiano La Stampa alcune riflessioni sulla morte di Silvio Berlusconi: “Io ero non un amico ma uno stragrande amico di Berlusconi. Per me è morto un fratello. Meno ne parlo e meno ci soffro. Lo rivedrò nell’aldilà“. 

Sebbene ci siano stati alti e bassi nella loro amicizia, Fede non ha dubbi sulla profondità del loro legame: “Al di là delle polemiche cretine, dei bunga a bunga le di varie altre balle siamo sempre stato legati. Non c’è stato bisogno di parlarci negli ultimi tempi. Il nostro rapporto è stato ben più nobile da darlo in pasto a qualche lupo bramoso”. 

L’ex direttore del TG4 ha spiegato di aver appreso della morte di Berlusconi mentre stava facendo la rassegna stampa, come ogni mattina: “Silvio a questo Paese ha dato la vita, ha dato tutto dalla nascita di Forza Italia all’ultimo respiro. Ero con lui quando ha registrato il primo annuncio della discesa in campo ad Arcore. Ricordo le sue parole sulla libertà come se le avesse appena pronunciate. Ho vissuto accanto a lui 40 anni. Un dolore immenso che nessuno può immaginare. Io e lui eravamo fratelli, al di là delle polemiche”.

Parlando all’AdnKronos, Emilio Fede ha anche ricordato come conobbe Berlusconi: “Ci incontrammo casualmente a Milano, al Castello Sforzesco; era assieme a Galliani, felici di aver vinto un trofeo calcistico internazionale con il Milan. Stava tornando a casa, propose di andare tutti a cena insieme da ‘Bruno’; mi chiesero come andava, risposi ‘sto cercando un editore‘ e lui mi disse ‘e io cerco un direttore‘… Fui subito invitato a un incontro privato in casa Berlusconi, parlavamo della vita con i figli che ridevano e giocavano, mi offrì il contratto e io ho subito accettato. Da quel momento, abbiamo scritto una pagina assoluta nella storia del giornalismo“. “