Le elezioni americane del 2024 vedono le donne al centro di una sfida cruciale tra Kamala Harris e Donald Trump.
Barack Obama ha sollevato in questi giorni una questione importante: quanto i pregiudizi di genere e razziali influenzino la percezione di Harris, una donna di colore, come candidata.
Se fosse un uomo bianco di mezza età, il pubblico avrebbe la stessa opinione di lei? Questo dubbio svela il peso di stereotipi antichi e persistenti, che oggi influenzano ancora l’elettorato.
I sondaggi mostrano un netto divario di genere: le donne, in particolare le più giovani, preferiscono Harris, con il 69% delle votanti tra i 18 e i 29 anni che la sostiene, rispetto al 45% degli uomini nella stessa fascia d’età.
La questione dell’aborto, con i suoi diritti recentemente ridotti, è centrale. Harris è in vantaggio di 16 punti tra le probabili elettrici, mentre Trump mantiene un sostegno significativo tra gli uomini.
Gli esperti suggeriscono che l’esito dipenderà da una coalizione di donne di diverse etnie e classi sociali, spesso decise a respingere il sessismo attribuito a Trump e al partito repubblicano.
In parallelo, il ruolo della grande finanza non è trascurabile. Personalità come Steve Schwarzman, nonostante le divergenze passate con Trump, sostengono la sua candidatura, evidenziando un paradosso: anche in caso di una presidenza Harris, non vi sarebbero cambiamenti drastici per i loro patrimoni.
Tuttavia, figure come Elon Musk stanno assumendo un ruolo importante, utilizzando i social per diffondere disinformazione a favore di Trump. Questa interferenza solleva interrogativi sul futuro della democrazia americana, in un contesto in cui il potere economico influenza fortemente la politica.
I dati più recenti dei sondaggi danno Harris in leggero vantaggio nei principali stati chiave, ma le incertezze sono molte. Gli elettori americani, in particolare le donne, potrebbero davvero decidere il corso della storia e portare alla Casa Bianca la prima donna presidente degli Stati Uniti.
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