Donald Trump torna alla Casa Bianca: cosa cambierà per il Mondo e gli Stati Uniti

di Redazione


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Gli Stati Uniti si sono svegliati ieri con un nuovo presidente: Donald Trump ha riconquistato la Casa Bianca, battendo Kamala Harris in una vittoria elettorale che promette di rivoluzionare gli assetti politici.

Il ritorno di Trump avrà un impatto non solo sugli USA, ma anche sullo scenario internazionale, dove il tycoon ha già promesso un cambio radicale di rotta rispetto alla precedente amministrazione.

Politica Estera: un nuovo approccio a conflitti e alleanze

Sul fronte internazionale, Trump ha delineato una visione che potrebbe alterare profondamente i rapporti di forza globali. Sul conflitto in Ucraina, ha manifestato l’intenzione di ridurre il coinvolgimento americano, proponendo una “congelazione” del conflitto che conservi l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma con concessioni strategiche alla Russia. Questo potrebbe portare a una destabilizzazione, suscitando reazioni critiche in Europa.

Anche nei confronti della NATO, Trump mantiene un atteggiamento scettico, insistendo su una redistribuzione dei costi che peserebbe maggiormente sui Paesi europei. In Medio Oriente, Trump ha dichiarato un ulteriore supporto a Israele e all’Arabia Saudita, lasciando intendere un possibile via libera per l’espansione territoriale di Israele nella Cisgiordania. Sul fronte cinese, ha poi anticipato una linea ancora più severa, con l’imposizione di nuovi dazi per contrastare l’influenza economica della Cina, scatenando un probabile inasprimento dei rapporti commerciali.

Politica interna: tra migrazione e diritti civili

Trump ha rilanciato il suo famoso slogan “Make America Great Again” promettendo una serie di interventi incisivi sul fronte interno. Sull’immigrazione, ha annunciato un piano di deportazione senza precedenti, con l’obiettivo di espellere milioni di persone, intensificando così il dibattito nazionale su un tema già controverso.

Nel campo dei diritti civili, ha espresso l’intenzione di limitare i diritti della comunità LGBTQ+, includendo il taglio dei fondi per le cure di affermazione di genere e un possibile irrigidimento della legislazione sull’aborto.

Inoltre, il nuovo presidente sembra orientato a frenare le iniziative climatiche, riportando l’attenzione su petrolio, gas e carbone, abbandonando così il percorso verso un’energia più sostenibile. La sicurezza interna è un altro punto chiave della sua agenda, con un probabile aumento della spesa militare e uno stop alle regolazioni federali sulla sicurezza delle armi.

Economia e mercati: deregolamentazione e tagli fiscali

Anche in ambito economico, Trump prevede cambiamenti sostanziali, focalizzati su una minore regolamentazione per le imprese e su consistenti tagli fiscali.

Questo approccio ha già fatto salire il valore del dollaro, portando in alto i rendimenti dei treasury e facendo registrare un aumento dei futures sul mercato azionario statunitense.

Gli investitori vedono con favore la volontà del presidente di agevolare le grandi aziende e il settore finanziario, prevedendo un impatto positivo per Wall Street e per i settori del petrolio e dell’automotive tradizionale.

Trump ha infatti sostenuto a lungo l’indipendenza energetica degli USA, e il suo ritorno potrebbe facilitare nuovi permessi per trivellazioni, progetti per oleodotti e incentivi ai combustibili fossili.

La sua posizione anti-regolatoria potrebbe persino comportare una nuova uscita dagli Accordi di Parigi, rialimentando il dibattito sull’impegno degli Stati Uniti nella lotta al cambiamento climatico.

Bitcoin, inoltre, ha accolto con entusiasmo la vittoria di Trump, segnando un incremento dopo la sua elezione. Il nuovo presidente ha più volte espresso sostegno per il settore delle criptovalute, criticando l’attuale presidente della SEC, Gary Gensler, noto per la sua posizione rigorosa sulle criptovalute.

Scenari globali: dazi e rivalità economiche

A livello globale, Trump si è detto pronto a imporre nuovi dazi per proteggere la competitività americana. In particolare, ha ipotizzato tariffe del 60% su tutti i beni importati dalla Cina e dal 10% al 20% sulle importazioni da altri Paesi.

I prodotti provenienti dal Messico potrebbero subire rincari ancora più elevati, arrivando fino al 200%. Queste misure spaventano l’Europa, che da tempo ha nel commercio internazionale una delle sue principali risorse economiche.

L’Unione Europea, infatti, si troverà a dover gestire rapporti complessi con gli USA, oltre a fare attenzione alla Cina, che potrebbe riversare i suoi prodotti sui mercati europei in risposta ai dazi americani. In questo scenario incerto, l’UE dovrà trovare nuove strategie per tutelare la sua economia e preservare l’equilibrio commerciale globale.

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