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Cos’è la Leucemia mielomonocitica cronica che ha colpito Silvio Berlusconi?
Silvio Berlusconi è morto lunedì 12 giugno all’età di 86 anni. Più volte aveva ripetuto: “Ho avuto un cancro e, dopo aver superato questa prova, ho imparato a non avere paura di nulla”. Negli anni sono state diverse le problematiche di salute del Cavaliere e le battaglie che ha combattuto, l’ultima delle quali contro la leucemia mielomonocitica cronica.
La malattia di Silvio Berlusconi
Come si legge sul sito dell’AIL, Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, la leucemia mielomonocitica cronica (LMMC) è la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative e si caratterizza per l’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti.
In generale, le sindromi mielodisplastico-mieloproliferative sono un gruppo di patologie poste a cavallo fra le neoplasie mieloproliferative croniche, in quanto presentano spesso una proliferazione eccessive delle cellule del sangue) e le sindromi mielodisplastiche, con cui condividono una maturazione anormale dei precursori del midollo.
In genere la LMMC compare in età avanzata e può presentarsi in forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, o in forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e un numero variabile di cellule immature, cioè “blasti”.
Come si cura la leucemia mielomonocitica cronica?
Nei giorni del primo ricovero di Silvio Berlusconi all’ospedale San Raffaele di Milano, Claudio Cerchione, (Dirigente medico ricercatore, Irccs Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ e Presidenti di SOHO – Italy), aveva detto all’ANSA: “Le leucemie croniche, in generale, hanno un decorso molto più indolente e meno grave rispetto alle forme acute. Ciò significa che non sempre è necessario intervenire immediatamente: in vari casi e’ infatti possibile tenere la malattia sotto osservazione senza un intervento farmacologico immediato. È invece richiesto un intervento terapeutico quando si è in presenza di una ‘esplosione’ di malattia”.
“La particolarità della forma che ha colpito Silvio Berlusconi è che la malattia è caratterizzata dall’aumento di una particolare popolazione di globuli bianchi: i monociti. Il trattamento è richiesto quando le cellule cancerose aumentano così tanto da bloccare la produzione di globuli rossi, piastrine e globuli bianchi normali da parte del midollo osseo“, ha detto ancora l’esperto.
In casi come questo, “è possibile il trattamento con chemioterapici di ultima generazione, definiti agenti demitilanti, che agiscono sul Dna. (…) Insieme alla chemioterapia sono utili anche terapie di supporto come l’eritropoietina per un recupero più veloce dalla chemioterapia”.
Quando si giunge a un determinato stadio, ha concluso Cerchione, l‘importanza delle cure è cruciale, per impedire che la malattia possa passare da una fase cronica a una fase acuta secondaria, “molto più grave“.
Ad annunciare che Silvio Berlusconi soffriva di leucemia mielomonocitica cronica era stato il San Raffaele di Milano, con un bollettino firmato dai professori Fabio Ciceri e Alberto Zangrillo, diffuso nel mese di aprile del 2023: “Il presidente Silvio Berlusconi è ricoverato in terapia intensiva per la cura di un’infezione polmonare. L’evento infettivo si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui egli è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta”, si leggeva allora. Nella giornata del 12 giugno, l’annuncio della morte.
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