Clelia Ditano morta nel vano dell’ascensore, c’è un indagato

di Redazione


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C’è un indagato nell’inchiesta aperta dalla Procura di Brindisi sulla tragica morte di Clelia Ditano, la 25enne deceduta la notte tra domenica e lunedì scorsi a Fasano (Brindisi). La giovane è caduta da un’altezza di oltre 10 metri dal vano ascensore della palazzina dove viveva con i genitori in via Piave.

Accertamenti tecnici sull’ascensore

Gli accertamenti tecnici si concentreranno inizialmente sull’ascensore per verificare le cause del malfunzionamento e il possesso delle necessarie autorizzazioni. Inoltre, sarà esaminato il telefonino della ragazza. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo.

Autopsia e avviso di garanzia

Secondo la Gazzetta del Mezzogiorno, l’autopsia sarà affidata nei prossimi giorni ai medici legali Stefano Duma e Domenico Urso. Come atto dovuto, è stato notificato un avviso di garanzia all’amministratore della palazzina, di proprietà di Arca Nord Salento, difeso dall’avvocato Pasquale Di Natale. Le indagini sono condotte dalla pm Livia Orlando.

Clelia Ditano
Clelia Ditano

Solidarietà per le spese funebri

Un giovane di 26 anni, originario di Milano e titolare a Mesagne di un’attività di tatuatore, contribuirà alle spese del funerale. Il ragazzo ha spiegato di non conoscere Clelia Ditano ma di essersi molto immedesimato nella sua storia, avendo anche lui sofferto la perdita precoce della sorella di 19 anni quattro anni fa.

Ricostruzione degli ultimi istanti

Le indagini mirano a ricostruire gli ultimi istanti di vita di Clelia Ditano. Dopo essere salita in casa per lasciare la borsa e altri effetti personali, voleva tornare al piano terra ma è precipitata nel vuoto, poiché la cabina dell’ascensore non era presente al quarto piano come lei credeva.

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