Un importante segnale di inclusione e un mezzo per sensibilizzare alle diversità, che rendono ognuno di noi speciale.
La compagnia di giocattoli Mattel ha lanciato sul mercato statunitense la prima Barbie con la sindrome di Down.
Mattel vuole quindi rappresentare più donne possibili, dando l’opportunità di riconoscersi nella bambola che è stata creata con la collaborazione della National Down Syndrome Society (Ndss).
“Questo significa molto per la nostra comunità, che per la prima volta può giocare con una bambola che le somiglia. Questa Barbie ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l’inclusione”, ha dichiarato la presidente dell’associazione, Kandi Pickard.
“Il nostro obiettivo è consentire a tutti i bambini di vedersi in Barbie, incoraggiandoli anche a giocare con bambole che non assomigliano a loro”, ha fatto sapere Mattel tramite una nota.
La bambola si presenta con una struttura corporea più corta rispetto alle solite, un busto più lungo, il viso più rotondo con orecchie più piccole, e la forma degli occhi che spesso caratterizza chi è affetto dalla patologia. L’abito che indossa la bambola è giallo e blu, che sono i colori della giornata dedicata alla consapevolezza sulla sindrome di Down, che ricorre ogni anno il 21 marzo.
La bambola, che indossa dei tutori alle caviglie, ha anche una collana rosa che rappresenta le tre punte del 21esimo cromosoma, quello che determina la sindrome.
Negli anni Mattel ha creato diverse Barbie con lo scopo di renderle più rappresentative e realistiche: basti ricordare Barbie curvy, la Barbie molto alta, la Barbie bassa, sino ad arrivare alla bambola con l’apparecchio acustico, a quella in sedia a rotelle e con una protesi alla gamba, e alle Barbie appartenenti a diverse etnie.
Ciò anche in conseguenza alle critiche che la compagnia di giocattoli aveva ricevuto per lungo tempo: nel 2009 da uno studio dell’Università del South Australia emerse c’era una possibilità su 100.000 che una donna avesse le sembianze di una Barbie, cioè alta, bionda, magra e con delle curve perfette, secondo la prima versione del giocattolo creata per l’esordio sul mercato nel 1959.
Mattel inoltre ha lanciato, sempre nel corso della lunga storia della bambola, numerose Barbie che rappresentano diversi ruoli sociali ai quali una donna può ambire. Da non dimenticare infatti la Barbie casalinga, la Barbie chirurgo e la Barbie popstar.
La Barbie con la sindrome di Down è stata accolta con grande favore dalla comunità internazionale.
In Italia grande è stata la gioia manifestata da Alba e Luca Trapanese, una bambina affetta dalla sindrome di Down e il suo papà adottivo, che è, tra l’altro, assessore al Welfare di Napoli.
Una storia d’amore incondizionato, la loro, iniziata nel 2018.
Da sempre impegnato nel sociale, Luca Trapanese ha fondato A ruota Libera Onlus e porta avanti diversi progetti legati alle disabilità.
Sui social Luca Trapanese ha commentato scrivendo: “Oggi è un giorno speciale per Alba e per i bambini come lei! Barbie ha fatto un regalo incredibile per tutti, quello di realizzare una Barbie con la sindrome di Down. E’ molto importante per i bambini sentirsi accolti nel gioco e riconoscersi in esso. Alba subito si è riconosciuta nella nuova Barbie ed ha voluto giocare creando tante avventure. Sono tanti i modi che abbiamo per dare possibilità a tutti di sentirsi incluso nella vita quotidiana, per questo ringrazio Mattel per questa importante intuizione che ha un grande valore sociale. Io e Alba abbiamo partecipato al lancio della nuova Barbie in maniera completamente gratuita, ringraziamo Mattel per averci regalato questa bambola”.