Ha ragione quel padre che, in piazza XX Settembre, a Modena, con il figlio accanto, ha protestato veementemente contro il carro armato natalizio, installazione firmata dall’artista Lorenzo Lunati, dove Babbo Natale emerge dalla torretta e augura ‘Buon Natale’ con le bandiere dei Paesi coinvolti nella guerra sul retro del mezzo blindato.
Ha ragione perché quell’opera non andava collocata in una piazza pubblica in prossimità delle feste ma in uno spazio privato dove la gente adulta accettava volutamente di impattare sul messaggio intrinseco. E non perché bisogna fare come gli struzzi ma perché occorre anche rispettare i bambini e il loro immaginario felice e pacifico.
E Babbo Natale su un carro armato veicola un concetto destabilizzante per i più piccoli che, di certo, non sanno e non capiscono cosa sta succedendo tra Israele e Hamas o in Ucraina ma semplicemente vedono la loro individuazione concreta di felicità sopra un mezzo violento che spara.
E i genitori devono tutelare i propri figli dalle cattiverie del mondo: ci sarà tempo, quando cresceranno, per doverle affrontare, a meno che non si trovino, purtroppo, nei luoghi in cui l’uomo dà il peggio di sè e devono lottare per la loro sopravvivenza.
Ecco perché quel ‘carro amato’ (com’è stato orrendamente ribattezzato perché nessun mezzo militare può essere arricchito di sentimento positivo), collocato in una piazza, dove centinaia di piccoli passeggiano ogni giorno tenendo per mano papà e mamma e nonni, è un obbrobbrio.
Non c’è niente di più sbagliato che togliere ai bambini l’illusione di vivere in un luogo dove quello che è più importante di ogni altra cosa è il gioco e il sorriso, soprattutto a Natale. Agli adulti il compito di non strumentalizzare i loro simboli. Si dedichino piuttosto a migliorare la società in cui vivono e a non trincerarsi nell’egoismo che investe i condomini, figuriamoci il resto del mondo.
Il posto migliore dove Babbo Natale deve stare è la slitta con le renne, non un mezzo che ha l’obiettivo di seminare morte e distruzione.