La Corte d’Assise di Milano, sotto la presidenza di Ilio Mannucci Pacini, ha condannato Alessia Pifferi all’ergastolo. La donna è stata giudicata colpevole di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi, abbandonandola in casa dal 14 al 20 luglio 2022.
Mentre l’accusa ha richiesto l’ergastolo, la difesa ha chiesto l’assoluzione, argomentando che non c’era l’intenzione da parte di Pifferi di uccidere la bambina e che il fatto costituisse solo un ‘abbandono di minore’.
I giudici hanno ritenuto non sussistere l’aggravante della premeditazione nel caso di Alessia Pifferi, condannandola comunque al risarcimento previsionale dei danni verso le parti civili: 20mila euro alla sorella Viviana Pifferi e 50mila euro alla madre, Maria Assandri. Al termine della pena, Pifferi sarà inoltre sottoposta a tre anni di libertà vigilata come misura di sicurezza. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 90 giorni.
Alessia Pontenani, legale di Pifferi, ha commentato: “Leggeremo le motivazioni poi ovviamente faremo appello, mi aspettavo una sentenza così dura. Penso non ci sia stato un clima sereno e senza l’inchiesta parallela forse la perizia psichiatrica avrebbe dato esito diverso. Alessia Pifferi ha pianto molto, era molto dispiaciuta di aver sentito la sorella e la madre esultare durante la lettura della sentenza, quando il presidente ha detto ‘ergastolo”.
La madre di Alessia Pifferi, appresa la sentenza, ha commentato: “Diana è nel mio cuore, la porto con me. È una sentenza giusta, deve pagare. Se si fosse pentita mi avrebbe detto ‘mamma, scusa per quello che ho fatto'”.
La sorella Viviana: “Penso che i giudici abbiano fatto quello che è giusto, perché per me non ha mai avuto attenuanti, non è mai stata matta o con problemi psicologici. In questo momento non so neanche dire cosa provo, è una cosa stranissima. Spero che adesso Diana possa volare via in pace”.