L’avvocato di Alessandro Impagnatiello ora chiede di valutare la sfera psicologica del suo assistito. L’uomo, trent’anni, è colui che ha ucciso con barbarie inaudita Giulia Tramontano e il suo bambino che aveva in grembo. Ha confessato tutto, con estrema freddezza, e adesso spunta anche l’arma che ha usato. L’unico dubbio per chi sta indagando risiede nel fatto che non si sa se il trentenne possa essere stato aiutato a nascondere il corpo senza vita della compagna.
Intanto Alessandro Impagnatiello, che si trova nel carcere di San Vittore per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, ha dichiarato di aver fatto tutto da solo, senza l’aiuto di un complice. Lo conferma il suo legale, Sebastiano Sartori, che lo ha incontrato nel carcere di San Vittore. Una delle cose che devono accertare gli investigatori è infatti se sia stato aiutato a nascondere il corpo. “Lui lo esclude – ha detto Sartori alla Rai -. I dubbi degli investigatori, dovete chiederli a loro”. Il coltello usato per uccidere Giulia “non l’ha buttato. Ha detto specificatamente dove sia” ha aggiunto il legale.
Ora l’avvocato di Alessandro Impagnatiello chiederà anche di “valutare la sfera psicologica” del 30enne. “Penso che lo abbiano visto anche i muri” ha detto ai microfoni della Rai. “È sempre più lucido e ha preso coscienza” ha aggiunto Sartori rispondendo “ma certo” alla domanda se abbia avuto un pensiero per Giulia. Anche la famiglia di Giulia, tramortita per la drammatica perdita, parla alla stampa tramite il proprio legale. “La famiglia di Giulia fin da subito ha temuto questo tragico epilogo in quanto era difficile pensare che la loro figlia in attesa di un bimbo, nonostante il naufragio della relazione sentimentale, si fosse volontariamente allontanata da casa”. Queste le parole all’ANSA di Giovanni Cacciapuoti, l’avvocato del Foro di Napoli Nord nominato dai genitori di Giulia per gli accertamenti irripetibili disposti, ossia i rilievi scientifici di domani nella casa dove la giovane è stata uccisa da Alessandro Impagnatiello e l’autopsia di venerdì. Il legale ha spiegato che non hanno nominato alcun consulente di parte, “ci affidiamo a quelli del pm”.
Sul corpo di Giulia Tramontano sarà anche eseguita l’autopsia. Servirà a ricostruire nel dettaglio la crudeltà usata da Alessandro Impagnatiello. L’uomo, che ha confessato davanti ai pm, ha accoltellato la compagna, poi per due volte ha cercato di bruciare il corpo di cui poi si è sbarazzato gettandolo tra le sterpaglie nei pressi di alcuni box non molto lontano dalla loro abitazione. Si analizzerà anche l’appartamento in cui è avvenuto il delitto e il garage in cui è stato nascosto il corpo per i rilievi scientifici.
Chi è Alessandro Impagnatiello? Il ragazzo che ha ucciso Giulia Tramontano ha trascorso la sua infanzia nella frazione di Calderara, a Paderno Dugnano, dove tuttora abita la famiglia. Un quartiere residenziale, con palazzi di quattro piani e due parchi. La distanza da Milano, dove lavorava il 30enne, è poca: circa 15km. Ancor meno quella da Monza. Il contatto con la grande città è immediato, anche se la realtà dove riceve l’istruzione è più piccola. Con i compagni, e la comunità intera, che in queste ore si stanno interrogando su chi davvero fosse quella persona che hanno conosciuto.
Impagnatiello al momento si trova in una cella per i detenuti cosiddetti a rischio al quinto raggio. L’uomo che da quando è stato fermato ha ripetuto più volte che “l’unico pentimento che abbia un senso è togliermi la vita” è infatti controllato con maggiore attenzione rispetto agli altri. Da quanto di è saputo, inoltre, non ha contatti con gli altri carcerati, il rischio è che possa essere aggredito. Le sue condizioni sono comunque compatibili con il regime carcerario.