Inizia con la violenza, passa per una condanna e si conclude con l’amore. Nel Tribunale di Chieti si è concluso un processo con un verdetto di 2 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione nel contesto di un rito abbreviato. L’imputato era un giovane senegalese ventenne, accusato di atti sessuali su una minorenne, una sua connazionale di 15 anni.
I due giovani avevano una relazione sentimentale, caratterizzata da rapporti consensuali. Tutto sembrava procedere normalmente fino a quando la ragazza ha scoperto di essere incinta. La notizia ha scosso la loro relazione e ha creato tensioni tra loro. Il giovane non sembrava convinto di voler assumersi la responsabilità di diventare genitore.
La giovane madre ha cercato aiuto e ha denunciato il suo compagno. Tuttavia, durante il processo, entrambe le famiglie hanno cercato di mediare per una possibile riconciliazione tra i giovani. Sorprendentemente, i loro sforzi hanno avuto successo, e il rapporto tra i due giovani è tornato a essere quello di un tempo.
Nonostante il ritorno all’armonia tra i giovani, la denuncia iniziale ha fatto il suo corso. In casi di reati a sfondo sessuale, una volta presentata la querela, il procedimento procede d’ufficio, e non c’è possibilità di dietrofront. Così è stato per il giovane senegalese, che si è ritrovato di fronte al Tribunale di Chieti per rispondere delle accuse.
Nel processo, la giovane vittima non si è costituita parte civile, e il giovane imputato, assistito dall’avvocato Alberto Guidoni, non era presente in aula il giorno del verdetto. Il giudice, Andrea Di Berardino, ha emesso una sentenza di 2 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione. Tuttavia, date le circostanze e la condotta pregressa del giovane, la sentenza permetterà al ventenne di evitare il carcere.