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Compiti a casa, sono molti o… giusti? Parola al Pediatra
I compiti a casa sono uno degli argomenti più discussi e discutibili degli educatori di ogni ordine e grado: dai genitori, ai pediatri, ai pedagogisti e insegnanti, tutti hanno da dire e ridire su questa spinosa faccenda.
Ma qual è la verità sui compiti a casa? Sono davvero molti come ritengono i bambini e spesso anche i genitori? O sono indispensabili come ritengono la maggior parte degli insegnanti?
Lungi dal volere rispondere in questa sede, anche se pare che secondo l’OCSE i compiti a casa dei bambini italiani siano davvero troppi, la domanda è: “i compiti rappresentano per i nostri ragazzi un momento stimolante, piacevole di apprendimento che può essere utile per consolidare quanto si è fatto a scuola?”. E come fare a trasformare questo momento di studio e sforzo in qualcosa di davvero costruttivo?
Consigli per fare bene i compiti a casa
Prima di tutto, bisogna dire che è assolutamente controproducente che lo studio diventi una fonte di stress per tutta la famiglia. Quindi facciamo un respiro profondo e proviamo a comprendere quale sia la strategia migliore per stare vicino ai figli, evitando la tragedia pomeridiana.
La prima regola e direi la più importante è quella di non sostituirsi mai ai figli e non studiare al loro posto. E poi che cosa si può fare? Ecco un piccolo decalogo:
- Organizzare lo spazio e il tempo per lo studio, incoraggiateli, ricordando che nel fine settimana è importante che si avvantaggino per lasciare ai giorni feriali, pieni d’impegni, il ripasso.
- Punire un bambino perché non fa i compiti non serve a nulla e fare delle maratone serali per portare a termine degli esercizi non sono affatto efficaci perché il giorno dopo il problema si ripresenterà di nuovo.
- Aiutiamoli a concentrarsi da soli sul testo e a supportarli solo quando è necessario: infatti, l’aiuto non va escluso, ma limitato, ridotto e non totale.
- Stabiliamo una routine, un orario fisso per i compiti (mai dopo cena), andrà bene la loro cameretta o altro ambiente dove vi sia sufficiente tranquillità (via la TV).
- Facciamo domande per guidare il loro ragionamento e per verificare che abbiano compreso il corretto significato di alcune parole, cosa che non sempre possiamo dare per scontata;
- Non mettiamo loro mai fretta, anzi stimoliamoli facendo notare collegamenti tra gli argomenti, le diverse materie e anche la realtà che li circonda, con esempi che solletichino il loro interesse;
- Raccontiamo loro della nostra storia scolastica, delle nostre materie preferite o meno, del nostro metodo di studio: non perché debba diventare il loro, ma perché ai figli piace ascoltare aneddoti che avvicinano le nostre esperienze a quelle che adesso sono le loro.
- Siamo incoraggianti e ottimisti nei loro confronti, astenendoci da giudizi pesanti se sbagliano;
- Non critichiamo la quantità di compiti che gli insegnanti assegnano a casa: i ragazzi debbono responsabilizzarsi e comprendere appieno che per ottenere successi bisogna anche faticare.
- Andare a scuola senza compiti non è un dramma: i figli affronteranno la frustrazione e le normali conseguenze e, paradossalmente, impareranno sulla loro pelle un importante obiettivo educativo.
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